2020

“Pizunèra”

Con il carro “Pizunèra” ha affrontato il tema del periodo politico delle stragi italiane, scandito dalle parole di Pierpaolo Pasolini e da quel “Io so” che ricorreva nel suo articolo di denuncia, pubblicato nel 1974 sul Corriere della Sera. Ma il carro in particolare ricorda la Strage di Bologna del 2 agosto 1980, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario, vista dai piccioni bolognesi che dopo un primo momento di smarrimento ritornano alla vita, con un’apertura finale di speranza sulle note di “Futura” di Lucio Dalla.

In una ordinaria giornata dai ritmi abituali, un nugolo di tranquilli cittadini, non umani bensì piccioni, emblema dei nostri scorci urbani, passeggia nella più limpida serenità, tra tetti, cornicioni, tegole e portici. Il tempo è scandito da un femminile e materno ticchettio, segnato da un grande orologio. Quand’ecco che lo scoccare delle 10.25 coincide con la deflagrazione di un ordigno, proveniente dall’orologio stesso, introdotto da una mano oscura. È il panico. I cittadini-piccioni fuggono sgomenti. Segue un agghiacciante silenzio, ridestato solo dall’eco dei corvi, che come ombre si distendono sulla serafica città, ora vittima indifesa di un atto brutale e spaventoso. Polondo: Tutto è nero, il terrore ha chiuso tutti in casa. Quand’ecco che un cittadino isolato, ripercorrendo e recitando il “Pasoliniano” IO SO, tenta di sconfiggere il terrore. La città progressivamente si ridesta, con coraggio. I piccioni, pur non conoscendo il reali autori della strage, sanno che per sconfiggere l’angoscia è necessario uscire allo scoperto: vivere aiuta a non morire. La piazza si contagia di speranza, e sullo sfondo, finalmente non più solo tetti e cornicioni, ma svettano anche gli emblemi di Bologna, simbolo di una terra ferita dal terrorismo negli anni 80, ma mai del tutto sconfitta. Su San Luca, San Petronio e sulle due torri brillano le lucciole, che finalmente possono tornare a brillare al riparo dal clamore, lontane dalla preoccupazione. Così come le lucciole, anche Bologna si riappropria della vita, con tutti i suoi luoghi comuni e i suoi personaggi mitici ed eroici. Sono trascorsi 40 dalla bomba alla stazione centrale, sono ormai lontani gli anni di piombo sulla nostra Nazione, ma , oggi come allora, ognuno di noi può essere vittima delle angosce per il futuro. Un’indimenticabile Lucio Dalla ci invita allora a non temere, l’attesa potrà comunque portare alla luce. Dagli artisti di strada, assieme agli universitari, passando per gli artigiani e i salumieri, senza trascurare i commercianti e i benefattori, tutti insieme si stringono attorno al messaggio: BOLOGNA NON SI NEGA. Bologna non si dimentica, senza avere paura, domani.

146° CARNEVALE PERSICETANO


GIUDIZIO GIURIA


  • 30
    PITTURA E SCULTURA
    Il tema della paura contemporanea è trattato con molta grazia, partendo dal lutto cittadino del 2 agosto. La stazione di Bologna si copre di ombre nere e si veste a lutto, ma le note della speranza riaccendono il mondo umano con il ritorno degli uccelli e dei bambini. Ricostruzioni accurate e non banali, sapiente anche il sottofondo musicale.
  • 30
    ARCHITETTURA E COSTRUZIONE
    Un inizio misterioso e vagamente metaforico introduce al tema delle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese. Uno scoppio con l'orologio che segna le 10.25 indica l'episodio definitivo del 2 agosto 80. La scenografia si caratterizza col profilo di Bologna e con la comparsa di corvacci invasivi. La denuncia di Pasolini è interpretata in modo commovente. Il finale è di speranza, le lucciole sono tornate e, sulle note di Lucio Dalla, "Aspettiamo senza avere paura, domani". Scenografia e rappresentazione eccellenti.
  • 30
    SOGGETTO E SVOLGIMENTO
    Omaggio a Bologna e alla sua storia nel 40° dell'anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 80. Garbatissimo, bei costumi, nello sfondo una Bologna stilizzata e molto riconoscibile. Emozionante anche l'omaggio a PPP, figlio di Bologna. Striscione finale memorabile con doppio senso, basta cambiare una vocale: BOLOGNA NON SI NEGA. Musica perfetta con Lucio Dalla. COMMOVENTE!

TOTALE PUNTI 90 PRIMO CLASSIFICATO

PREMIO BERTOLDINO "Giorgio Borghesani " MIGLIORI MASCHERE e COSTUMI
La società si avvale dell'utilizzo di una grafica bidimensionale ma assolutamente funzionale nella realizzazione del corpo del carro, che determina una presenza scenica professionale. I costumi sono stati creati alla perfezione, nei minimi dettagli, e i temi toccati nello Spillo coincidono coerentemente con le maschere e la produzione artistica. La cura che caratterizza la realizzazione del carro è inoltre riscontrabile in seguito all'osservazione del trattore, anch'esso mascherato. In generale, il carro è espressione d'impeccabile finezza.
PREMIO BERTOLDINO "Giansebastiano Sani " MIGLIORE SOGGETTO
Soggetto tanto audace da portare in scena, quanto ben realizzato dall'Ocagiuliva. L'articolo "io so", così come il riferimento alle lucciole, sono echi pasoliniani che denotano un lavoro culturalmente ricercato. La scena conclusiva, poi, con la quotidianità che torna a scorrere lenta e immutabile, rappresenta un inno alla vita che merita di essere premiato con il Bertoldino.
PREMIO BERTOLDINO "Marino Serrazanetti " MIGLIORE COLONNA SONORA
È stato difficile dare un giudizio poiché tutti sono meritevoli, ho cercato quindi di valutare in base ai parametri che mi sono posta per ogni società: spessore artistico - coerenza con la narrazione - impatto emotivo - originalità - qualità tecnica. La società che ha superato e che ha risposto alle mie aspettative è Ocagiuliva.