L’arte contemporanea arriva anche nella piazza di San Giovanni in Persiceto ed i commenti dei nostri nonni davanti alle opere astratte di artisti emergenti diventano l’emblema delle incomprensibilità a molti delle espressioni artistiche moderne. Sarà compito dell’ Ocagiuliva riportare la situazione alla normalità con l’aiuto di un avido rigattiere che nella foga di rottamare tutto, rottamerà anche il sindaco. E per i nonni San Giovanni torna ad essere “un paese in cui buongiorno vuol dire veramente buongiorno!”
133° CARNEVALE PERSICETANO
GIUDIZIO GIURIA
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PITTURA E SCULTURA
Inizio farraginoso e forse troppo semplicistico. Grande macchina infernale con meccanismi e scene imponenti. Molto, troppo ben fatto, distante dallo spirito carnevalesco. Grande costruzione che manca di ironia.Criptica la scheda introduttiva. -
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ARCHITETTURA E COSTRUZIONE
Partenza in stile cubista avangarde. Ironia e divertimento dissacratorio nella introduzione. Spettacolare l'apertura del carro di straordinaria coordinazione con coreografia e costumi. La proposto è colta ( Duchampiana) e straordinariamente realizzata. Colpisce l'eccellente coniugazione tra il tema carnevalesco e l'opera d'arte. Finale ricchissimo. -
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SOGGETTO E SVOLGIMENTO
Che male c'è se si vede la realtà attraverso l'arte? Chi ha detto, come si legge sul carro ad un certo punto, che il miglior buongiorno è quello che vuol dire solo buongiorno? Sulle premesse si può eccepire; ma lo sviluppo narrativo, il passaggio dalla frenesia della creazione alla quotidianità, fors'anche per la canzone di Mecky Messer, fanno pensare che a sostenere tutto quanto ci sia il richiamo a Brecht. Più che altrove i figuranti non sono figuranti, ma sanno tenere la scena.